La
regione SAVA (Sambava-Antalaha-Vohemar-Andapa)
si trova a Nord Est del Madagascar ed è
una delle zone più ricche del paese per
via della rigogliosità del territorio
che permette la produzione della vaniglia, la
cui indiscussa qualità è una delle
migliori al mondo, il cacao, il caffè,
le spezie ecc...
Intraprendere un viaggio in questa regione significa
mettere in conto di non trovare sempre bel tempo
perché è una delle zone più
umide come del resto tutto l'Est del Madagascar
e il mare, su questa costa, mostra tutta la
forza dell'Oceano indiano.
Quest'anno la sosta nella capitale è
stata di brevissima durata poiché arrivati
di mattino in aeroporto abbiamo avuto solo il
tempo di sbrigare alcune formalità, cambiare
gli Euro in Franchi Malgasci e incontrare alcuni
amici. A proposito, quest'anno era l'ultimo
nel quale i franchi malgasci avevano corso legale,
ormai L'Ariary e' una realtà (e si teme
"l'effetto Euro" per gli arrotondamenti
di questa moneta che vale cinque volte l'ormai
semi-pensionato franco malgascio).E' doveroso
ricordare inoltre che quest'anno il franco malgascio
e' stata una moneta che ha subito una svalutazione
spaventosa passando da un cambio di 7000 fmg
per euro a più di 12000 (con massimi
a 15-16000) e questo si e' ripercosso sul prezzo
dei beni d'importazione, i carburanti e tanto
ancora e chi c'e' andato di mezzo come purtroppo
accade in questi casi e' la popolazione, soprattutto
quella più povera che ha visto raddoppiare
il costo di un kg di riso, l'alimento principale
della dieta malgasci...provate ad immaginare
le conseguenze per chi già da prima lottava
per sfamare se stesso e la propria famiglia
ora in che condizioni si e' ritrovato!
Per il turista europeo va però di lusso
e l'euro ha un potere d'acquisto maggiore.
Tana' e' una città che si sta sviluppando
e ogni anno si vedono nuove costruzioni e strade
accanto alle vecchie baracche di chi non sente
proprio il progresso che bussa alle porte di
chi se lo può permettere...
Ma torniamo al nostro viaggio e partiamo per
Nosy be che sarà il punto di partenza
e d'arrivo del tour che stiamo per svolgere.
L'arrivo a Nosy be mi riempie d'emozione perché
sto per andare a vedere il risultato di un duro
lavoro e parecchio impegno..."Chez Alex"!ed
Heri, il responsabile malgascio mi fa da cicerone
per spiegarmi i mille problemi che ha dovuto
affrontare...in Madagascar non e' tutto semplice
come può sembrare, anzi, molte volte
sono le piccole cose che fanno impazzire chi
non e' preparato! Ed ecco li, due bungalow sono
quasi finiti......e sono degni delle migliori
attese! Stile Vazha-Gasy come si potrebbe definirli...insomma
caratteristici con uno stile malgascio e le
piccole comodità che un europeo vuole...perfetti
per il mio punto di vista.
Dopo qualche giorno passato a lavorare ai bungalow
ecco arrivato il momento di partire per il tour
con i miei compagni di viaggio di quest'anno
(che poi lo erano anche dell'anno scorso..)
: Marco e Luigi, due personaggi pazzerelli,
avventurosi ,con spirito d'adattabilità
e che nonostante la mancanza della piena padronanza
del francese (un po' alla Toto diciamo...) hanno
socializzato con tanta gente....e questo significa
che certe barriere si possono superare se si
ha la volontà di farlo!..la trovo una
cosa molto bella.
Andiamo quindi a prendere il traghetto a Hell
Ville per spostarci ad Ankify sulla grande terra
dove troviamo una mia vecchia conoscenza: Alizene,
un malgascio che ha passato qualche in Inghilterra
e parla bene l'inglese, il francese,un po' di
tedesco e prova ora con l'Italiano. Con lui
c'e' il fedele autista Taina che lo accompagna
nei tour che richiedono un cambio alla guida.
La vista di questa coppia d'articoli mi fa tornare
alla mente un bellissimo tour fatto due anni
fa da Tana' a Diego con una jeep dell'anteguerra...ma
e' ancora lei!Sì ,rimessa a nuovo ...chissà
se e' solo l'apparenza..mah!
Via allora! Si parte verso Ambilobe,prima tappa
prima di una lunga pista chi ci porterà
ad Est. Si passa da Ambanja e qui la natura
e' tra le più belle del Nord.Si vedono
i segni del recente ciclone Gafilo che ha spezzato
in due alberi enormi e sfollato innumerevoli
famiglie dalle case...anche ad Est (zona particolarmente
esposta ad eventi di questo genere) toccheremo
posti dove si e' sviluppata tutta la furia del
ciclone passato la scorsa primavera.
Dopo la notte ad Ambanja partiamo verso Anthala
sulla costa Est ma siamo ancora ignari delle
condizioni della pista che ci aspetta.Dopo alcuni
km di buche ci guardiamo in faccia e ci chiediamo
"ma sarà tutta così?"...no!...la
verità e' che sarà peggio!..il
tutto per 160 km di "rimescolamento"
sulla nostra vecchia ma "robusta"
jeep. Certo la strada e' dura ma e' proprio
in queste zone che si e' a contatto con quel
Madagascar dei villaggi isolati dove la vista
di un vazha (un bianco) e' un evento e la fermata
in un villaggio diventa pretesto d'incontri
singolari e simpatici di gente interessata alla
conoscenza di persone così diverse. A
Daraina, un villaggio a metà strada ci
fermiamo per un pranzo in un ristorantino semplice
che però ci offre una delle carni di
zebù migliori che ho mangiato in Madagascar...ci
siamo trovati bene quindi ripasseremo al ritorno!..anche
perché la telecamera con il filmato girato
qualche ora prima e' un pretesto per quasi una
piccola festa per i presenti nel ristorante
Il filmato riguardava un matrimonio contemporaneo
di tre sorelle sulla strada: un trattore, anticipato
da gente in festa che cantava, portava le tre
sorelle con i mariti a sfilare tra un villaggio
all'altro.Una semplicità estrema ma un'allegria
immensa che colpisce chi ne viene a contatto.Altro
incontro interessante e' stato quello con i
villaggi dei cercatori d'oro che pazientemente
setacciavano le acque di un fiume in cerca di
alcune pagliuzze lucenti...una vita estremamente
dura.
Ci vuole un giorno per attraversare la pista
che ci conduce a Est. Quando sta per calare
il sole comincia su questa strada la "sfilata
dei camaleonti" che si sporgono dalle piante
per prendere gli ultimi raggi di sole...e ce
ne sono davvero tanti di tutti i colori possibili
immaginabili....e' una gara per chi ne avvista
di più!
Cala la sera e la meta sembra non arrivare mai.
Non ci sono luci sull'ultimo altopiano che stiamo
attraversando se non quelle di una delle stellate
più belle che io non abbia mai visto.
Arriviamo finalmente a Vohemar "colorati
della" polverosa terra rossa del Madagascar
...stanchi ma felici per la stupenda giornata.
A Vohemar e' d'obbligo la visita al lago sacro
, un lago verde per via dei riflessi che le
alghe gli donano.
Ci fa da guida un vecchio conosciuto in città
che, con l'esperienza dei suoi anni, ci istruisce
sulle leggende che il lago racchiude. In questa
zona sembra di essere in un paesaggio tipicamente
del Europa settentrionale con grandi pascoli
di erba verde dove pero' risiedono mandrie di
zebù. Qui la natura e' forte e si e'
attorniati da piante e colori sgargianti. Questa
rigogliosità e' data del clima particolarmente
piovose dell'est del Madagscar e sebbene non
siamo in una stagione particolarmente umida
il sole non e' una costante....anzi!
Continuiamo il nostro viaggio verso Sambava
che con Antalaha rappresenta uno dei centri
più importanti della produzione della
vaniglia...e lo si sente per le vie che profumano
di questa fragranza che si mischia al profumo
del mare che qui e' agitato e mostra tutta la
sua forza.
La strada verso Antalaha e' ricca di sconfinate
piantagioni di noci di cocco. Qui le condizioni
di questa sono molto buone a parte qualche chilometro
che e' in rifacimento e ci muoviamo abbastanza
velocemente.
Antalaha e' solo di passaggio perché
noi miriamo ad arrivare alla penisola del Masoala.
Il tempo per contattare la guida Angap e siamo
già in viaggio per cap est, un punto
dal quale e' possibile accedere al parco. La
strada che ci separa non e' molta ma si rivela
difficile. Nonostante ciò siamo proiettati
in una zona molto caratteristica.:i villaggi
sono situati in una natura che li avvolge e
a pochi metri da essi c'e' il mare...per attraversare
i fiumi si sale con la jeep su zattere tirate
con una corda da un capo all'altro...e qui si
creano code che non hanno tempi precisi... e
infatti cala il sole e siamo ancora fermi ad
aspettare un passaggio. Passa il tempo e finalmente
arrivano i traghettatori che si fanno pagare
la tariffa notturna per il servizio.Ci fermiamo
a questo punto in un ristorantino subito dopo
aver guadato il fiume.Una vecchietta ci accoglie
nella sua umile baracca dove ci offre quel poco
di riso che gli era rimasto perché non
si aspettava più altri clienti. Siamo
comunque felici di cenare in maniera così
frugale a lume di candela perché c'e'
un'atmosfera incredibile di pace e armonia con
tutto ciò che ci circonda....
Questi villaggi sono stati colpiti appieno dalla
furia del ciclone Gafilo che ha spazzato letteralmente
tutto...un evento del quale oggi si vedono chiaramente
i segni....qui i villaggi sono isolati ed e'
difficile raggiungerli...incontriamo una camionetta
con uno stemma che rivela la presenza di aiuti
umanitari...una goccia nel mare ma per fortuna
c'e'!
Ecco finalmente cap-est: qui un villaggio si
e' attrezzato con semplici bungalow che accolgono
i turisti che arrivano o partanto per la traversata
del Masoala.Per fare ciò però
occorrono almeno 4-5 gg . Noi ci limitiamo ad
un'escursione in giornata e facciamo visita
ad una foresta martoriata dal ciclone (o sarebbe
meglio dire degli ultimi tre cicloni che hanno
colpito questa zona!) dove scopriamo le bellissime
piante carnivore del Madagascar e alcuni uccelli
dai colori sgargianti. Vorremmo continuare fino
ad addentrarci di più ma il ciclone ha
stravolto alcune parti del territorio e il passaggio
risulta ora coperto d'acqua...e caimani.....forse
meglio rinunciare.
Siamo rimasti un po' delusi perché ci
sarebbero delle cose meravigliose da scoprire
in questa penisola....ma per fare questo e'
necessario programmare una vacanza con più
giorni dedicati a questo.....beh,e' l'idea per
una vacanza futura!
Tornati al villaggio, mentre prepariamo le nostre
cose siamo attirati da una piccola bambina vestita
di stracci, magra da far paura, che prende qualcosa
per la strada e se lo infila in bocca...di fretta
prendo un pacco di biscotti e delle caramelle
e mi dirigo verso di lei e cerco di chiamarla
con qulache parola di malgascio sgrammaticato
che attira anche l'attenzione di altre persone
incuriosite. Si ferma e si gira verso di me.
La raggiungo e noto il suo visino tirato come
un elastraico che mastica chissa' cosa. Ho i
fronte a me un piccolo scheletro e non riesco
a pronunciare parola...gli do quel poco che
avevo tra le mani e gli metto una mano sulla
spalla...mio Dio quasi riesco a chiudere la
mano dalla magrezza di questa bimba che non
mi dice nulla e rimane con i suoi occhioni sbarrati
verso di me....mi si stringe il cuore...come
e' possibile questo? ...e come lei chissa quanti
sono nelle sue condizioni, isolati e abbandonati....non
e' la prima volta che vedo queste cose in madagascar
ma non mi e' possibile abituarmici....non devono
esistere situazioni cosi'!!
Iniziamo quindi il ritorno verso il Nord ma
prendiamo la strada che ci porta verso Andapa,
nel cuore della foresta pluviale del Marojejy
dove passeremo due giorni. In queste zone i
visi delle persone richiamano lineamenti orientali
e la conformazione fisica e' piuttosto minuta
e bassa....sembrano di un'altro popolo confrontandone
i lineamenti con la nostra guida della stirpe
dei Sakalava che richiama invece molto di più
l'Africa.
Addentrarsi nella foresta del marojejy comporta
la consapevolezza di andare incontro a camminate
piuttosto faticose perché il clima qui
e' bizzarro e continua al alternarsi pioggia
con sprazzi di un timido sole, quindi si può
incappare in sentieri fangosi con sanguisughe
, guadare fiumi ecc..
In due giorni arriviamo fino al 2° campo
in una natura avvolgente e ricca, tra lemuri
che stentano a farsi vedere perché non
propriamente abituati all'uomo e villaggi ai
bordi della foresta con risaie che richiamano
alcuni paesaggi asiatici tipo Vietnam. Un'esperienza
bellissima che non fa pesare alcuni disagi ampiamente
ripagati da ciò che ci circonda.
Lasciamo questo stupendo parco per riprendere
la strada del ritorno verso Vohemar.
A volte capita che proprio durante gli spostamenti
si facciano gli incontri più interessanti
e pittoreschi; un esempio e' stato quando ci
siamo imbattuti in una cerimonia dedicata al
sacrificio dello zebù.
E' stato grazie alla nostra guida Alizene che
abbiamo notato un folto gruppo di persone che
festanti stavano in attenta osservazione verso
quella che era la rituale uccisione di alcuni
zebù per un antico rito propiziatorio
verso gli antenati (la cultura ancestrale e'
ancora molto sentita in Madagascar). All'inizio
ci siamo avvicinati con una sorta di timore
riverenziale , anche perché in questi
riti ci sono dei fady (taboo) che vanno rispettati
e non si possono per esempio scattare foto prima
di alcuni gesti che compie la persona che presiede
la cerimonia. Siamo comunque accolti con entusiasmo
fino a diventare l'attrazione principale della
festa e veniamo invitati ad unirci a loro per
bere una bevanda alcolica e mangiare riso con
lo zebù...e' stata un'esperienza tanto
inaspettata quanto profonda perché ci
siamo sentiti a contatto diretto con la cultura
della popolazione di questa zona....difficile
da raccontare l'emozione provata.
Sambava,Vohemar e poi altri 160 km di pista
a ritroso fino ad Ambilobe per proseguire verso
Diego Suarez. Sono stato già due anni
fa a Diego e se devo essere sincero la trovo
come una città che si e' raffreddata
un po'.. sembra che abbia perso parte della
propria identità per fare spazio ad un'europeizzazione
forzata...questo per quanto riguarda il centro
della città.
Ma la bellezza di questa zona sta nei dintorni
e una delle escursioni più belle e' quella
che decidiamo di fare al mare di smeraldo.Non
ci poteva essere nome pi azzeccato per un mare
di tale colore ravvivato da coralli e pesci
dai colori sgargianti. Per arrivare al mare
di smeraldo si passa da Ramena, una spiaggia
che si popola nel fine settimana da parte dei
locali. Al ritorno dal mare di smeraldo ci fermiamo
sulla spiaggia di Ramena a goderci la calma
e la quiete conoscendo qualche persona locale
e come sempre tanti bambini che rendono vivo
ogni posto in Madagascar.....
Ci fermiamo qui a Ramena a mangiare del pesce
appena pescato da un ragazzo sulla spiaggia
in un'atmosfera che definirei di "armonia
perfetta".
Torniamo a Diego Suarez per muoverci verso il
parco della montagna d'ambra prima e l'Ankarana
poi. La montagna d'Ambra dalla quale si accede
da Jofreville (ex località di villeggiatura
dei coloni francesi per via dell'aria fresca)
mostra una natura rigogliosa e una passeggiata
al suo interno e' una piacevole giornata...tra
l'altro si possono osservare i camaleonti più
piccoli al mondo lunghi un paio di cm e non
facili da vistare se non si e' guidati da occhi
esperti.
L'Ankarana e' una foresta più secca e
al suo ingresso ci troviamo delle capanne malgasce
adibite a bungalow per turisti dove passiamo
la notte perché abbiamo deciso di partire
la mattina seguente per una lunga camminata
verso i grandi tsinghy ( formazioni carsiche
a guglie appuntite ). 8 ore di cammino tra andata
e ritorno sotto un sole caldissimo che però
non ci distoglie dall'attenzione verso gli incontri
con i lemuri , le manguste , i camaleonti e
gli uccelli che popolano questa foresta.
L'Ankarana e' stata l'ultima tappa prima di
tornare ad Ankify per riprendere la barca verso
Nosy Be...un'altro fantastico tour e' così
terminato e ci ha donato emozioni forti che
difficilmente dimenticheremo.Salutiamo i nostri
amici con un po' di malinconia e la jeep che
ha perso due ammortizzatori nel viaggio (ma
non si ferma mai!...o quasi)....ma siamo sicuri
che questo e' solo un "arrivederci alla
prossima" e non un addio!
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